Il tampone nasofaringeo è un esame che permette di prelevare un campione di muco del paziente, su cui eseguire un test molecolare, al fine di individuare la presenza del virus SARS-CoV-2. Il test è finalizzato alla ricerca di microrganismi, responsabili delle infezioni, a livello della faringe o delle tonsille: una volta effettuato il prelievo, il tampone viene inviato in laboratorio per l’esame di identificazione del patogeno responsabile.
Tampone nasofaringeo: come funziona
Il tampone nasofaringeo è un esame rapido, eseguito in pochi secondi, fattibile sia per gli adulti che per i bambini. Si esegue tramite un bastoncino, cotonato alla sua estremità, che viene introdotto in una narice e, procedendo fino a raggiungere la parete posteriore del rinofaringe, viene ruotato delicatamente ed estratto, quindi inserito in una provetta contenente un liquido di trasporto, per poi analizzarlo. La procedura è semplice, poco invasiva e poco fastidiosa ma il test va eseguito da personale protetto da eventuali infezioni. Il tampone va eseguito con accuratezza e in maniera corretta, pertanto è fondamentale affidarsi a operatori specializzati che garantiscano l’adeguata raccolta del campione. L’analisi deve essere effettuata presso i laboratori di riferimento regionali e laboratori aggiuntivi, individuati dalle Regioni secondo le modalità concordate con il Laboratorio di Riferimento Nazionale dell’Istituto Superiore di Sanità. In caso di esito positivo, l’Utente dovrà essere sottoposto ad isolamento e la struttura dovrà effettuare una segnalazione al dipartimento di prevenzione competente, notificando le informazioni necessarie per i provvedimenti di isolamento e tracciatura dei contatti.
Quando è indicato?
Il tampone nasofaringeo ricerca gli antigeni del virus nei campioni prelevati. È necessario evidenziare che la capacità del test rapido di rilevare correttamente la presenza di componenti virali di SARS-CoV-2 (sensibilità) è inferiore rispetto a quella del test molecolare in RT-PCR. Questa inferiorità è evidente in presenza di ridotte quantità di componenti virali nel campione in analisi: in alcune situazioni, il test antigenico rapido può fornire dei risultati falsi negativi e non consente di escludere con assoluta certezza la presenza di virus nel campione biologico in esame. Le varianti virali circolanti in Italia non dovrebbero influire sulla capacità diagnostica dei test antigenici, in quanto questi rilevano componenti del virus interessata solo marginalmente da mutazioni. E’ importante, però, tenere presente che ulteriori mutazioni potrebbero emergere nel tempo, e dovranno essere monitorate al fine di valutare l’eventuale influenza sui test antigenici.
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